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Archeologia
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    Navicella votiva in bronzo con protome bovina a parapetto traforato, delimitato da colonne di piccole dimensioni terminanti a disco, e sormontata, al centro, da due corna di toro o una luna crescente, sul quale è posata una colomba, simbolo della Dea Madre. La navicella è stata rinvenuta nel sito archeologico Su Angiu (let. Su Bangiu).
    Museo archeologico di Cagliari, vetrina 46, lunghezza cm 16, altezza cm 9, larghezza cm 8.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Veduta aerea del sito archeologico Su Angiu (let. Su Bangiu).
    Nel sito sono presenti le vestigia di un villaggio fenicio-punico e del successivo insediamento romano.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Nuraghe Su Angiu (let. Su Bangiu).
    Foto dell’archivio comunale.

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    Su Angiu (let. Su Bangiu), torre A.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Su Angiu (let. Su Bangiu), torretta.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Su Angiu (let. Su Bangiu), ripresa aerea del 29 novembre 2006.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Su Angiu (let. Su Bangiu), ripresa aerea del 29 novembre 2006.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Su Angiu (let. Su Bangiu), panoramica da nord.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Su Angiu (let. Su Bangiu), la campagna circostante.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Su Angiu (let. Su Bangiu), la campagna circostante.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Su Angiu (let. Su Bangiu), il laghetto nelle vicinanze.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Veduta aerea del nuraghe Natzargius.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Particolare del nuraghe Natzargius.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Particolare del nuraghe Natzargius.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Particolare della torre del nuraghe Natzargius.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Scavi nel nuraghe Ruina de Ìlixi.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Scavi nel nuraghe Ruina de Ìlixi.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Reperti ritrovati nel nuraghe Ruina de Ìlixi.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Reperti ossei ritrovati nel nuraghe Ruina de Ìlixi.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Frammenti ossei ritrovati nel nuraghe Ruina de Ìlixi.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Reperti ossei ritrovati nel nuraghe Ruina de Ìlixi.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Panoramica della tomba dei giganti S’Arruina de su procu.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Panoramica della tomba dei giganti S’Arruina de su procu.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Particolare della tomba dei giganti S’Arruina de su procu.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Particolare della tomba dei giganti S’Arruina de su procu.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Veduta aerea, Ardiddi.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Veduta aerea, Biddinis.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Veduta aerea, Efixi.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Veduta aerea, Murtas.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Veduta aerea, Murvoni.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Veduta aerea, resti archeologici.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Veduta aerea, nuraghe Pardu.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Veduta aerea, Zidomi.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Veduta aerea, tomba Siliqua.
    Foto dell’archivio comunale.

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    Veduta aerea, tomba Fuddi.
    Foto dell’archivio comunale.

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Archeologia

Nel territorio di Mandas sono state rinvenute numerose testimonianze che attestano la presenza continuativa dell’uomo a partire dall’età nuragica. A questo periodo risalgono quarantotto rovine di nuraghi e villaggi, tra cui il complesso di Su Angiu (let. Su Bangiu) con il nuraghe a tholos, quello di Ardiddi e la tomba dei giganti di S’Arruina de su porcu. Della forte presenza fenicio-punica prima e romana poi, oltre a un tratto della strada Cagliari-Olbia, troviamo le rovine di alcuni villaggi e necropoli. Nel sito archeologico di Su Bangiu sono presenti le vestigia di un villaggio fenicio-punico e del successivo insediamento romano; da qui proviene la navicella votiva in bronzo con protome bovina a parapetto traforato, delimitato da colonne di piccole dimensioni terminanti a disco, e sormontata, al centro, da due corna di toro o una luna crescente, sul quale è posata una colomba, simbolo della Dea Madre, conservata ed esposta nel Museo Archeologico di Cagliari.

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