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Settimo San Pietro
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    Settimo San Pietro.

     

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    Le campagne di Settimo San Pietro verso Dolianova.
    Il paese è riuscito a preservare le caratteristiche di un paesaggio agricolo vocato alla cerealicoltura e alla viticoltura.

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    Dal paese si possono godere suggestive viste dell’intero golfo di Cagliari.
    Sullo sfondo la Sella del Diavolo, i colli di San Bartolomeo e di Sant’Ignazio.

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    Un mandorleto, superstite di una coltura importante per l’arte dolciaria campidanese.

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    Arco della porta di ingresso di Casa Dessy.
    L’arco è segnato da una pregevole disposizione dei mattoni e ingentilito da una decorazione in cotto.

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    Architrave di una finestra di Casa Dessy.
    L’architrave riprende la pregevole disposizione dei mattoni e la decorazione in cotto dell’ingresso.

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    Il cortile di Casa Dessy.
    La casa, acquisita e restaurata dall’amministrazione comunale, è affidata all’ANFFAS e ospita laboratori di cestineria, ceramica e falegnameria.

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    Casa Dessy ospita manifestazioni artistiche, mostre e convegni.

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    Casa Dessy è stata, nel 2003, il fulcro della manifestazione “La porta della libertà”.
    La manifestazione, una tre giorni contro la guerra in Iraq, ha coinvolto gli abitanti del paese e artisti provenienti da tutta la Sardegna.

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    La grande bandiera della pace.
    La bandiera è stata innalzata sulla sommità della collina di Cuccuru Nuraxi durante “La porta della libertà”.

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    Il monumento alla pace.
    Situato nel giardino della Casa Dessy, sulla via Gramsci, vuole ricordare i caduti in guerra del paese. Inaugurato nel 1997 fu realizzato dai laboratori di ceramica dell’ANFFAS su progetto di Alberto Soi.

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    Particolare del monumento alla pace.
    Il monumento rappresenta la stretta relazione simbolica tra la comunità settimese, raccolta intorno alla parrocchiale di San Pietro e la collina di Cuccuru Nuraxi con il suo pozzo sacro.

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    Una vista di Settimo San Pietro nei primi anni trenta del ’900.

    Foto di Guido Costa.

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    Vista di Settimo San Pietro dalla collina di Cuccuru Nuraxi durante gli scavi del pozzo.

    Foto di Enrico Atzeni, 1958.

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    Il paese e le campagne verso est, sulla destra una cappella laterale della chiesa.

    Foto di Enrico Atzeni, 1958.

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    “Grande cortile rustico”.
    Da Arte sarda, Arata e Biasi, 1935.

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    “Cortile con rozzi porticati pel riparo del bestiame”.
    Da Arte sarda, Arata e Biasi, 1935.

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    “Maniglie con particolari annessi e battente porta”.
    Da Arte sarda, Arata e Biasi, 1935.

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    “Settimo San Pietro - Caratteristico angolo di una casa campidanese (proprietà Dejana)”.
    Da Arte sarda, Arata e Biasi, 1935.

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    “Settimo San Pietro - Curiosa parete di una cucina (proprietà Dejana)”.
    Da Arte sarda, Arata e Biasi, 1935.

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    Uno degli operai che parteciparono allo scavo del pozzo sacro di Cuccuru Nuraxi.

    Foto di Enrico Atzeni, 1958.

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    Trasporto damigiane.
    Sullo sfondo la collina di Cuccuru Nuraxi.

    Foto di Enrico Atzeni, 1958.

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    Veduta dalla sommità della collina di di Cuccuru Nuraxi.

    Foto di Enrico Atzeni, 1958.

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    Suggestiva immagine di un treno a vapore delle Ferrovie Complementari della Sardegna.
    In primo piano le linee elettriche con i pali di legno.

    Foto di Enrico Atzeni, 1958.

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    Fanciulla in costume tradizionale, 1850.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Felicino Pisu, su cantadori, 1886.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Donna con bimbi, fine Ottocento.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Giovane donna settimese, fine Ottocento.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Donna settimese in costume, primi Novecento.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Primi decenni del Novecento: donna nel costume tradizionale con bimbo in braccio e bambina accanto anch’essa in costume sardo.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Primi decenni del Novecento: donna nel costume tradizionale con bimbi.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Primi del Novecento: donna in costume sardo di broccato, con numerosi anelli al dito.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Primi del Novecento: donna in costume sardo di broccato con collana di corallo rosso con pendaglio a forma di manufica e fede sarda in filigrana al dito.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Primi del Novecento: anziana donna in costume sardo con fede sarda in filigrana al dito.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Primi decenni del Novecento: giovane donna in abito semplice ma elegante, valorizzato da orecchini chiamati arreccadas a caboniscu e lantioni e anelli in entrambe le mani.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Gruppo di amici, 1903.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Generazioni a confronto, 1909.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Donna settimese con bambini, 1910.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Bambine, 1910.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Donna in costume tradizionale di “mezza gala” con sa scialletta, il fazzoletto corto sul capo, gennaio 1912.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Giovane donna, 1915.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Gruppo di famiglia, 1916.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Fanciulla, 1920.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Settimesi, 1922.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Donna settimese, 1926.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Anni Trenta: donna e bambina, quest’ultima con collana di corallo rosso.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Matrimonio settimese, 1930.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Foto di gruppo, 1932.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Festa di San Pietro, 1933.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Gruppo folk di Settimo San Pietro, 1934.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Anni Quaranta: giovane donna con spilla non facilmente identificabile sulla giacca.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Anni Quaranta: giovane donna con collanina con medaglietta in oro.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Primi anni Cinquanta: bambina con collana di corallo rosso e donne con due spille della medesima foggia chiamate su fremagliu.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Anni Cinquanta: bambine con collane di corallo rosso.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Anziana donna settimese in sa lolla.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Gita a Is Landireddus, 1950.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    In festa, 1950.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Donna settimese in abiti giornalieri, 1953.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Ragazza in costume tipico settimese, 1956.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Bimbe in costume tradizionale, 1957.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Gruppo folk, 1971.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Ospitalità settimese.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Il costume tradizionale maschile.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Il costume tradizionale maschile.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Il costume tradizionale maschile.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Il costume tradizionale maschile.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Il gruppo folcloristico di Settimo San Pietro.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Il gruppo folcloristico di Settimo San Pietro.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Sa tracca di Settimo San Pietro sfila per la Sagra di Sant’Efisio.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Il gruppo folcloristico di Settimo San Pietro alla Sagra di Sant’Efisio.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Dopo la sfilata di Sant’Efisio.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Ragazzo e bambino con launeddas in costume tradizionale.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Gruppo in costume tradizionale.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Costume fine Ottocento.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Costume fine Ottocento.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Famiglia settimese, fine Ottocento.

    Collezione privata.

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    Cartolina postale con l’abito femminile di gala detto bistiri de velludu, fine Ottocento inizi Novecento.

    Collezione privata.

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    Costume tradizionale femminile, 1900.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Primi decenni del Novecento: giovane donna in abito elegante con numerosi anelli, una spilla chiamata su fremagliu, un medaglione, una collana chiamata cannacca a pisu de olia e orecchini a forma di bottone.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Primi del Novecento: giovane donna in costume sardo di broccato con numerosi anelli e, al collo, su lasu.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Nella foto di famiglia dei primi del Novecento si esibiscono, sugli abiti da festa, i gioielli tipici: su lasu, su pendenti - utilizzato come spilla - collane d’oro, is arreccadas a caboniscu, su girasoli e su catenazzu.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Particolari della foto di famiglia.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Particolari della foto di famiglia.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Particolari della foto di famiglia.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Particolari della foto di famiglia.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Primi del Novecento: bambina con collana di corallo rosso e collanina in oro con pendaglio a forma di manufica.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Donne settimesi con bambini, 1910.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Donna in abito d’epoca, 1920.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Coniugi settimesi in abiti festivi, 1920.

    Collezione privata.

    429.75
    600
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    Bimba in costume, 1926.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

    347
    600
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    Anni Trenta: bambina con collanina con pendaglio in oro.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

    191
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    Giovane donna in costume tradizionale, 1938.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Foto di gruppo di settimesi in occasione della Sagra di Sant’Efisio, 1940.

    Collezione privata.

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    Foto di gruppo di settimesi in occasione della Sagra di Sant’Efisio, 1940.

    Collezione privata.

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    481.5
  • images/morfeoshow/temp_upload/07Settimo005.jpg

    Foto di gruppo di settimesi a Cagliari, anni 1949-50.

    Collezione privata.

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    366.75
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    Donna in costume tradizionale, 1960.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Coniugi settimesi. La donna indossa un abito marrone scuro in segno del mezzo lutto per la morte del figlio, 1960.

    Collezione privata.

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    Particolare foggia delle maniche della camicia apprettate e pieghettate a fisarmonica in senso verticale e orizzontale (a perra de canna); questa tipologia è documentata anche nell’Alta Aragona, 1 maggio 1961.

    Collezione privata.

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    Costumi tradizionali di Settimo San Pietro, 1961.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Costumi tradizionali di Settimo San Pietro, 1961.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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  • images/morfeoshow/gioielli_ind-5702/big/20-Costume-trad.-3.jpg94.jpg

    Costume giornaliero settimese a perra de canna.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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  • images/morfeoshow/gioielli_ind-5702/big/21-costume-trad.1.jpg513.jpg

    Giovani settimesi in costume tradizionale in viale Sant’Ignazio a Cagliari (a destra si vede il muro di cinta dell’Orto Botanico, di fronte all’edificio che oggi ospita la facoltà di Economia), probabilmente prima della sfilata di Sant’Efisio.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Il costume tradizionale femminile.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Sa tracca di Settimo San Pietro sfila per la Sagra di Sant’Efisio.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Sa tracca di Settimo San Pietro sfila per la Sagra di Sant’Efisio.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Dopo la sfilata di Sant’Efisio.

    Archivio comunale di Settimo San Pietro.

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    Il costume tradizionale oggi riccamente ornato con su lasu, bottoni, orecchini, catene d’oro e pendenti.

    Foto di Manuela Nonnis.

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  • images/morfeoshow/gioielli_ind-5702/big/27-09.JPG939.jpg

    Particolare.

    Foto di Manuela Nonnis.

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  • images/morfeoshow/l_arca_del_t-4086/big/arca e Cuccuru Nuraxi.jpg851.jpg334.jpg

    La collina di Cuccuru Nuraxi.
    Ricostruzione virtuale del nuraghe polilobato sulla sommità della collina e dell’edificio dell’Arca del tempo posti in relazione alla esistente struttura del pozzo.

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    L’ingresso dell’Arca del tempo.
    L’innovativa struttura dell’Arca del tempo consente un emozionante viaggio virtuale lungo il tempo, dall’età neolitica ai giorni nostri, nel paesaggio e nei monumenti dell’area vasta di Cagliari.

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    Il lato nord dell’Arca del tempo.
    L’Arca del tempo è centro di sperimentazione sulla divulgazione dei beni culturali e ospita il laboratorio di archeologia classica del Dipartimento di Scienze archeologiche e storico-artistiche dell’Università di Cagliari.

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    L’Arca del tempo.
    La galleria espositiva, vista dall’ingresso, ospita una mostra permanente sui beni culturali del territorio di Settimo San Pietro, sui pozzi sacri della Sardegna e sul culto delle acque.

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    L’Arca del tempo.
    La galleria espositiva è dotata di un semplice sistema di montaggio dei pannelli che facilita l’allestimento di mostre temporanee.

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    L’Arca del tempo.
    Le vetrine dei reperti archeologici sono riccamente didascalizzate anche in relazione ai laboratori didattici che si svolgono nell’Arca.

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    L’Arca del tempo.
    Nella sala sotterranea la spettacolarità del multimediale esplode su un grande schermo ad arco di cerchio di 14 metri per 2.

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    Il complesso archeologico di Cuccuru Nuraxi.
    Databile tra il 1400 e il 900 a.C., comprende i resti di un nuraghe polilobato in relazione con un tempio a pozzo e un pozzetto votivo.

    Foto di Enrico Atzeni, 1958.

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    L’ingresso del pozzo sacro di Cuccuru Nuraxi messo in luce dagli scavi di Enrico Atzeni.
    Il tempio a pozzo è uno dei monumenti “manifesto” della civiltà nuragica sia per la sua rilevanza monumentale che per la sua unicità di tipologia.
    Foto di Enrico Atzeni, 1958.

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    Pozzo sacro di Cuccuru Nuraxi.
    La finestrella di aerazione del pozzo.
    Foto di Enrico Atzeni, 1958.

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    Pozzo sacro di Cuccuru Nuraxi.
    La ripida rampa di scala che scende fino a metà altezza della tholos che ha un diametro di 2,55 metri e un’altezza di 5,75 metri.
    Foto di Enrico Atzeni, 1958.

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    Pozzo sacro di Cuccuru Nuraxi.
    La ghiera monolitica, sul fondo della tholos, si apre su una canna cilindrica profonda circa 20 metri e tuttora occupata dall’acqua di falda per una profondità di circa 8 metri. Il pozzo sacro ha quindi uno sviluppo totalmente ipogeo di circa 32 metri.
    Foto di Enrico Atzeni, 1958.

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    Chiesa campestre di San Giovanni.
    Particolare del mosaico scoperto nei pressi della chiesa durante gli scavi dei resti di un edificio di età tardo romana.

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    Chiesa campestre di San Giovanni.
    Disegno ricostruttivo del mosaico.

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    La domus de janas S’aqua ’e is dolus, neolitico finale, 3200-2800 a.C.
    Il nome nasce dalla credenza sulle proprietà terapeutiche dell’acqua che sgorga da una sorgente al suo interno.

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Settimo San Pietro

Settimo San Pietro è un centro di pianura fertile e ricco d’acqua situato nel Campidano a poche miglia dalla costa e dal capoluogo, favorevole, da sempre, agli insediamenti umani e alla pratica dell’agricoltura e tutt’oggi interessato da un fenomeno di forte crescita demografica ed edilizia.


Il primo nucleo del centro abitato sorse presumibilmente in epoca romana; il toponimo, che nel Medioevo era semplicemente Settimo, ha infatti origine dall’espressione latina ab septimum lapidem a indicare la sua posizione, a sette miglia dalla capitale della provincia romana, lungo il percorso che da Caralis conduceva fino a Porto Torres.
Ma l’antropizzazione del territorio è certamente molto più antica. Infatti tracce risalenti al periodo della Cultura di Ozieri, per esempio la domus de janas S’aqua ’e is dolus, confermano la presenza di insediamenti sin dal neolitico recente, mentre all’età del bronzo risale il tempio nuragico a pozzo di Cuccuru Nuraxi, inserito oggi nel Parco archeologico dei complessi monumentali di Cuccuru Nuraxi e San Giovanni, sede dell’Arca del tempo.
Nel XI secolo Settimo fu compreso nella Curatoria di Civita, facente parte del Giudicato di Cagliari, mentre durante il Medioevo, nel 1258, entrò a far parte dei possedimenti del Comune di Pisa. Passò, nel 1324, agli Aragonesi che lo infeudarono a Berengario Carroz e alla moglie Teresa Gombal de Entença di San Michele e nel 1363 entrò a far parte della Contea di Quirra. Fu aggregato al Comune di Sinnai dal 1928 al 1947 anno in cui divenne comune autonomo.

Il centro urbano è cresciuto in direzione nord-ovest, mantenendo la chiesa parrocchiale di San Pietro in posizione marginale rispetto all’abitato, ma ha conservato inalterato il suo nucleo più antico con le numerose costruzioni in mattoni crudi, i ladiri caratteristici delle regioni meridionali della Sardegna e le lolle con archi a tutto sesto. La chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, rivela dalla facciata, la navata e il presbiterio, un primitivo impianto tardo gotico, mentre le cappelle e gli ultimi due ordini del campanile vennero aggiunti nel XVII e XVIII secolo.

Degne di nota sono, nella campagna circostante, due chiesette campestri di forme romaniche, dedicate a San Pietro e a San Giovanni Battista. La chiesetta di San Pietro, composta di pochi elementi, si sviluppa su pianta rettangolare con un lato terminante in una piccola abside semicircolare; la pianta, divisa in due campate da un grande arco, presenta una copertura con struttura in legno. La chiesa campestre a tre navate dedicata a San Giovanni fu eretta nel luogo di un importante sito romano, dove è stato riportato alla luce il più importante mosaico pavimentale dell’area cagliaritana. I motivi decorativi e la tecnica usata fanno propendere per una datazione tra il V e il VI secolo; non è invece possibile, allo stato attuale – finora è stata scavata solo una piccola parte dell’area – determinare le reali dimensioni dell’edificio, che doveva essere imponente, né stabilire se avesse una funzione civile o religiosa.

Il paese ha conservato gelosamente le antiche tradizioni popolari.
Attorno alle due chiesette campestri ruotano le principali festività religiose del paese: la sagra popolare di San Giovanni Battista il 24 giugno e la grande festa patronale di San Pietro, celebrata la prima domenica di settembre. Il Santo viene sistemato in un antico cocchio di legno e, trainato da buoi e seguito dai fedeli in costume sardo tradizionale, percorre le vie del paese tappezzate con sa ramadura, petali di fiori e menta, fino alla chiesa campestre dove viene celebrata la Messa.
Una serie di manifestazioni ricreative, folcloristiche e culturali accompagnano i riti liturgici e danno vita al settembre settimese con un concorso regionale di poesia sarda, la mostra dei dolci e del pane, la sagra della malvasia, la gara di ballo e la rassegna dei costumi antichi.

Nell’economia locale le attività agricole conservano un ruolo importante: si coltivano cereali, vite e olivo. Tra i prodotti enogastronomici è notevole la produzione di vini, tra i quali si segnala in particolare la malvasia, ottimo pane tradizionale di semola di grano duro e squisiti dolci. è attivo anche l’artigianato dei cestini realizzati con steli di frumento. Il settore economico secondario è costituito da piccole imprese che operano nei comparti alimentare, dei materiali da costruzione, dei laterizi, dell’industria metallurgica ed edilizia.

Settimo San Pietro fa parte dell’Unione dei Comuni del Parteolla e del Basso Campidano; l’impegno concreto del Comune nei confronti del sociale con la destinazione di risorse e di strutture a beneficio delle fasce più deboli della società, il programma sociosanitario Plus 21, di cui è Comune capofila, e l’interesse per il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente con politiche che vanno dalla raccolta differenziata dei rifiuti ai vari progetti per il progressivo utilizzo di energie rinnovabili pulite, rivelano il ruolo sempre più importante del Comune di Settimo San Pietro all’interno dell’Area vasta cagliaritana.

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