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Ornamenti del corpo
  • images/morfeoshow/la_vanit__-9037/big/01 Anello corretto.jpg173.jpg

    Anello da fidanzamento e nuziale in oro, con castone centrale in pasta vitrea blu circondato da castoni in pasta vitrea policroma.
    Orgosolo, Seneghe, collezione privata,
    dal volume Gioielli, Nuoro, Ilisso, 2004

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    Anello da fidanzamento in oro, con raffigurazione di due mani che si stringono (maninfide).
    Nuoro, Museo della vita e delle tradizioni popolari sarde,
    dal volume Gioielli, Nuoro, Ilisso, 2004

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  • images/morfeoshow/la_vanit__-9037/big/03 Collana a vaghi.jpg396.jpg

    Collana a vaghi piramidali in oro.
    Collezione I.S.O.L.A.

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  • images/morfeoshow/la_vanit__-9037/big/04 Collana cannacca.jpg403.jpg

    Collana cannacca in lamina d’oro e decorazioni con filo ritorto.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Orecchini in oro e corallo con pendente.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Orecchini in oro e corallo liscio con pendente.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Coppia di orecchini con pendente in lamina, filigrana e filo d’oro ritorto con granulazione.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Coppia di orecchini con elemento superiore e pendente circolare in filo d’oro con inserti in filigrana e lamina d’oro e grappolo d’uva con scaramazze sostenuto da due catenelle laterali in filo d’oro e da un elemento centrale.
    Collezione I.S.O.L.A.

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  • images/morfeoshow/ornamenti_de-7810/big/01 Bottoni a bacca.jpg998.jpg

    Bottoni a bacca in lamina d’argento.
    Collezione Cocco.

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  • images/morfeoshow/ornamenti_de-7810/big/02 Bottoni con turchese.jpg271.jpg

    Bottoni in filigrana d’argento con aggiunta di granuli e turchese incastonato.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Bottoni in filigrana d’argento con aggiunta di granuli e turchese incastonato, particolare.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Bottone in lamina e filigrana d’argento e granulazione.
    Collezione Cocco.

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    Bottone in lamina e filigrana d’argento e granulazione.
    Collezione Cocco.

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    Bottoni in filigrana d’argento e granulazione.
    Collezione Cocco.

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    Bottoni a mora in argento, lavorati in filigrana e granulazione con granato.
    Collezione Cocco.

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  • images/morfeoshow/ornamenti_de-7810/big/08 Coppia bottoni mammillari.jpg710.jpg

    Coppia bottoni mammillari di Dorgali in filigrana d’oro con aggiunta di granuli e turchese incastonato.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Gancera, abito di Villagrande Strisaili.
    Foto Chiara Samugheo,
    dal volume Gioielli, Nuoro, Ilisso, 2004

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    Gancera a unico segmento in argento e pasta vitrea.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Gancera, abito da sposa e festivo di Gavoi, ante 1911.
    Roma, Museo delle arti e delle tradizioni popolari,
    dal volume Gioielli, Nuoro, Ilisso, 2004

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    Gancera a due segmenti in argento e pasta vitrea.
    Collezione Cocco.

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  • images/morfeoshow/ornamenti_de-7810/big/13 Pendente a cuore.jpg357.jpg

    Pendente a cuore in oro e scaramazze.
    Collezione I.S.O.L.A.

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  • images/morfeoshow/ornamenti_de-7810/big/14 Pendente in argento e pietre.jpg884.jpg

    Pendente in argento e pietre.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Pendente modulare costituito da tre elementi in lamina d’oro traforata, incisa e decorata con filo d’oro ritorto e scaramazze: la parte superiore, su froccu, con castone in vetro rosso; la parte centrale, su dominu, con castone in vetro verde e la parte inferiore, su pendenti con cammeo in conchiglia raffigurante un profilo femminile con tre pendenti con scaramazze e piccoli bottoni terminali.
    Cagliari, collezione Cocco,
    dal volume Gioielli, Nuoro, Ilisso, 2004

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    Pendente su sole in lamina d’oro poggiante su spirali in filigrana e disco centrale con lettera “A” a rilievo con tracce di colorazione azzurra.
    Cagliari, collezione Cocco,
    dal volume Gioielli, Nuoro, Ilisso, 2004

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    Pendente su sole in lamina d’oro poggiante su spirali in filigrana e al centro due cuori e una chiave, auspicio di una buona amministrazione della casa.
    Cagliari, collezione Cocco,
    dal volume Gioielli, Nuoro, Ilisso, 2004

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    Pendente su sole in lamina d’oro poggiante su spirali in filigrana con fiore centrale.
    Collezione privata,
    dal volume Gioielli, Nuoro, Ilisso, 2004

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    Pendente su sole in lamina d’oro poggiante su spirali in filigrana e disco centrale con lettera “S” a rilievo con tracce di colorazione azzurra.
    Cagliari, collezione Cocco,
    dal volume Gioielli, Nuoro, Ilisso, 2004

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    Spilla a fiocco con pendente in oro con pietre di giada africana e scaramazze.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Spilla piccionis realizzata in lamina d’oro con applicazioni in filigrana e lamina rossa centrale circondata da scaramazze.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Spilla margherita in lamina e filigrana d’oro con granato centrale e scaramazze.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Spilla lustrini in piastra, filo e filigrana d’oro.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Spilla in lamina e filigrana d’oro, granulazione e granato.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Spilla in filigrana d’oro, granulazione e turchese.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Spilla in filigrana d’oro, granulazione e granato.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Spilla due bottoni in filigrana d’oro e granulazione.
    Collezione I.S.O.L.A.

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    Spilla tre bottoni in lamina e filigrana d’oro, granulazione e granati.
    Collezione I.S.O.L.A.

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Ornamenti del corpo

Dalla letteratura di viaggio emerge che i gioielli non erano esclusiva prerogativa della nobiltà e delle classi più alte della popolazione; Joseph Fuos, a proposito dell’abbondanza degli ornamenti preziosi usati dai sardi, scriveva verso la fine del Settecento che a dispetto della diffusa povertà, ai sardi poco importava di andare con le vesti stracciate e a piedi scalzi, ma impiegavano fino all’ultimo centesimo per mostrare, nei giorni di festa e in particolari ricorrenze, bottoni d’argento, catena e stuzzicadenti attaccati ad una catena particolare.


Sotto la dominazione spagnola coloro che non erano nobili o borghesi di censo elevato, non potevano usare ornamenti d’oro e d’argento. Ma alla fine del 1700, quando il Fuos si trovava in Sardegna per i suoi studi, i piemontesi avevano abolito tale divieto.

L’abitudine di ornarsi con molti gioielli anche nel secolo successivo è confermata dall’inglese William Henry Smyth, che visita la Sardegna nei primi decenni dell’Ottocento e descrive usi, costumi, superstizioni, abbigliamento e ornamenti dei sardi. Racconta soprattutto degli ornamenti femminili delle vesti, documentando che i gioielli più usati dalle donne nelle occasioni di festa, erano orecchini, bottoni, rosari, anelli, croci, collane in corallo e una lunga catena, chiamata cadenazzu, alla quale era appeso un piccolo astuccio contenente una reliquia o un amuleto. Tra le pietre utilizzate per creare gioielli le principali erano il corallo, la madreperla, la corniola, il granato e il turchese. Il metallo maggiormente lavorato in Sardegna era l’argento, estratto dalle miniere dell’Iglesiente. L’oro, almeno fino al 1800, era utilizzato raramente. La scelta dei materiali e dei colori delle pietre utilizzati per creare i gioielli, non perseguiva solo un fine estetico, ma anche un fine magico e apotropaico. Il valore economico dei gioielli infatti, era secondario rispetto a quello simbolico. Per questo motivo venivano spesso utilizzati per la loro realizzazione materiali poco pregiati come marmo, fossili, conchiglie e denti di cinghiale che avevano però un incalcolabile valore simbolico.

L’uso dei gioielli tra i sardi era però regolato da regole ferree. Grazia Deledda scrive, alla fine dell’Ottocento, in Tradizioni popolari di Nuoro:
«Le vedove non possono portare gioielli e neppure l’anello nuziale.
Allo scollo della camicia portano piccoli bottoni neri.
Anche le ragazze non possono ornarsi di nulla; tutt’al più recano lo stuzzicadenti con la catenella d’argento, semplici pendenti e un cordoncino di seta nera ravvolto a collana nel collo. La «bottoniera» che è necessaria a tutti i «zippòni» per allacciare la spaccatura delle maniche dal gomito in giù è composta di sei o di dodici o di più bottoni a filigrana (si chiama perciò «sa filugrana») d’argento, con una catenella. Le ragazze devono portarla quanto più semplice, e semplici e piccoli i due bottoni a filigrana, d’oro o d’argento, necessari per congiungere i due occhielli della camicia.
Le maritate invece si riempiono le dita di anelli, recano grossi bottoni d’oro al collo e d’argento nelle maniche, hanno nel rosario grosse croci e medaglie d’oro costosissime, e ricchi pendenti di corallo che si scorgono dietro la benda.
Le ricche portano spille alla benda, fermagli, filograne d’oro, e chi può braccialetti e «junchillu» cioè catenelle d’oro con o senza l’orologio».
Era anche proibito utilizzare accessori: bracciali, ventagli, ombrelli e guanti, comuni nelle donne che non vestivano il costume tradizionale.

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