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L’abito maschile
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    1906
    Filippo Figàri
    Stabilimento F. Larco, manifesto.

    600
    501.75
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    1906
    Filippo Figàri
    Stabilimento F.lli Rocca, manifesto.

    430.5
    600
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    1908
    Giuseppe Biasi
    Pigliale, pigliale, copertina del Giornalino della Domenica.

    411
    600
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    7 febbraio 1909
    Giuseppe Biasi
    Il dono, copertina del Giornalino della Domenica.

    431.25
    600
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    14 novembre 1909
    Giuseppe Biasi
    Ritorno dal lavoro, copertina del Giornalino della Domenica.

    420.75
    600
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    1911
    Luigi Caldanzano
    Copertina per Ars et Labor.

    421.5
    600
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    1913
    Mario Delitala
    Il guardiano della vigna, soggetto originale per il manifesto della ditta vinicola Zedda-Piras.

    600
    596.25
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    1912
    Mario Delitala
    Agricoltori, soggetto originale per il manifesto della ditta Ing. F. Sisini, Molini-Pastifici-Frantoi.

    527.25
    600
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    1914
    Mario Delitala
    Ing. F. Sisini, Molini-Pastifici-Frantoi, manifesto.

    427.5
    600
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    1914
    Mario Mossa De Murtas
    Sardegna, copertina marzo-aprile.

    422.25
    600
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    1914
    Mario Delitala
    Sardegna, copertina maggio-giugno.

    420.75
    600
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    15 maggio 1917
    Edina Altara
    Rose di Sardegna, copertina di Pagine d’arte.

    422.25
    600
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    marzo 1920
    Melkiorre Melis
    Copertina di Rivista Sarda.

    420
    600
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    8 febbraio 1920
    Mario Mossa De Murtas
    Carnevale, copertina del Giornalino della Domenica.

    435.75
    600
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    1926
    Filippo Figàri
    F. Coco & C. Industria Cioccolato, manifesto.

    412.5
    600
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    1935
    Stanis Dessy
    Primavera sarda, locandina.

    391.5
    600
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    1878
    Giorgio Ansaldi detto Dalsani
    Massaia di Pauli-Pirri
    Tavola 7 dalla serie Galleria di Costumi Sardi pubblicata nel settimanale satirico, umoristico, letterario Il Buonumore.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    443.25
    600
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    1878
    Giorgio Ansaldi detto Dalsani
    Costume di Iglesias
    Tavola 12 dalla serie Galleria di Costumi Sardi pubblicata nel settimanale satirico, umoristico, letterario Il Buonumore.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    429.75
    600
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    1878
    Giorgio Ansaldi detto Dalsani
    Maureddu di Iglesias
    Tavola 13 dalla serie Galleria di Costumi Sardi pubblicata nel settimanale satirico, umoristico, letterario Il Buonumore.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    403.5
    600
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    1878
    Giorgio Ansaldi detto Dalsani
    Ragazza di Turri
    Tavola 14 dalla serie Galleria di Costumi Sardi pubblicata nel settimanale satirico, umoristico, letterario Il Buonumore.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    443.25
    600
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    1878
    Giorgio Ansaldi detto Dalsani
    Proprietario di Milis
    Tavola 15 dalla serie Galleria di Costumi Sardi pubblicata nel settimanale satirico, umoristico, letterario Il Buonumore.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    446.25
    600
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    1878
    Giorgio Ansaldi detto Dalsani
    Donna di Ghilarza
    Tavola 16 dalla serie Galleria di Costumi Sardi pubblicata nel settimanale satirico, umoristico, letterario Il Buonumore.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    437.25
    600
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    1878
    Giorgio Ansaldi detto Dalsani
    Costume maschile di San Vito
    Tavola 19 dalla serie Galleria di Costumi Sardi pubblicata nel settimanale satirico, umoristico, letterario Il Buonumore.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    426
    600
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    1878
    Giorgio Ansaldi detto Dalsani
    Costume di Lanusei
    Tavola 20 dalla serie Galleria di Costumi Sardi pubblicata nel settimanale satirico, umoristico, letterario Il Buonumore.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    444
    600
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    1878
    Giorgio Ansaldi detto Dalsani
    Costume ricco di Tortolì
    Tavola 21 dalla serie Galleria di Costumi Sardi pubblicata nel settimanale satirico, umoristico, letterario Il Buonumore.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    437.25
    600
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    1878
    Giorgio Ansaldi detto Dalsani
    Signora di Aritzo
    Tavola 23 dalla serie Galleria di Costumi Sardi pubblicata nel settimanale satirico, umoristico, letterario Il Buonumore.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    390
    600
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    1878
    Giorgio Ansaldi detto Dalsani
    Costume di Desulo
    Tavola 24 dalla serie Galleria di Costumi Sardi pubblicata nel settimanale satirico, umoristico, letterario Il Buonumore.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    429.75
    600
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    1878
    Giorgio Ansaldi detto Dalsani
    Costume ricco di Nuoro
    Tavola 28 dalla serie Galleria di Costumi Sardi pubblicata nel settimanale satirico, umoristico, letterario Il Buonumore.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    435.75
    600
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    1878
    Giorgio Ansaldi detto Dalsani
    Contadino di Nuoro
    Tavola 30 dalla serie Galleria di Costumi Sardi pubblicata nel settimanale satirico, umoristico, letterario Il Buonumore.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    451.5
    600
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    1878
    Giorgio Ansaldi detto Dalsani
    Maureddu di Iglesias
    Tavola 31 dalla serie Galleria di Costumi Sardi pubblicata nel settimanale satirico, umoristico, letterario Il Buonumore.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    438
    600
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    1878
    Giorgio Ansaldi detto Dalsani
    Costume festivo di Osilo
    Tavola 40 dalla serie Galleria di Costumi Sardi pubblicata nel settimanale satirico, umoristico, letterario Il Buonumore.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    442.5
    600
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    1878
    Giorgio Ansaldi detto Dalsani
    Costume femminile di Bunnannaro
    Tavola 42 dalla serie Galleria di Costumi Sardi pubblicata nel settimanale satirico, umoristico, letterario Il Buonumore.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    423.75
    600
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    1890-99
    U. Martelli
    Signora di Aritzo e di Belvì
    Dalla serie Costumi sardi, litografia da fotografia, incisa dal Guerrini e stampata a Firenze presso la stamperia di P. Giusti.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    504
    600
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    1890-99
    U. Martelli
    Costume di Bono
    Dalla serie Costumi sardi, litografia da fotografia, incisa dal Guerrini e stampata a Firenze presso la stamperia di P. Giusti.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    546.75
    600
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    1890-99
    U. Martelli
    Costumi di Mamoiada
    Dalla serie Costumi sardi, litografia da fotografia, incisa dal Guerrini e stampata a Firenze presso la stamperia di P. Giusti.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    545.25
    600
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    1890-99
    U. Martelli
    Costumi di Nuoro
    Dalla serie Costumi sardi, litografia da fotografia, incisa dal Guerrini e stampata a Firenze presso la stamperia di P. Giusti.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    565.5
    600
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    1890-99
    U. Martelli
    Costumi di Nuoro
    Dalla serie Costumi sardi, litografia da fotografia, incisa dal Guerrini e stampata a Firenze presso la stamperia di P. Giusti.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    478.5
    600
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    1890-99
    U. Martelli
    Costume festivo e da lavoro di Orgosolo
    Dalla serie Costumi sardi, litografia da fotografia, incisa dal Guerrini e stampata a Firenze presso la stamperia di P. Giusti.
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    488.25
    600
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    luglio 1894
    U. Martelli
    Il latitante Salis Giovanni Corbeddu
    Fotografia presa da U. Martelli sul Monte Sata-e.Bidda (Oliena).
    Collezione Piloni – Università di Cagliari.

    504
    600
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    1925-29
    Eugenio Tavolara
    Venditore ambulante

    246
    600
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    1931-32
    Eugenio Tavolara
    Donna di Atzara

    360
    600
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    1931-32
    Eugenio Tavolara
    Possidente e donna di Orgosolo

    489
    600
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    1933
    Eugenio Tavolara
    I grassoni di Teulada

    399.75
    600
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    1842
    Giovanni Marghinotti
    Miliziano di Cagliari

    441.75
    600
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    1861
    Giovanni Marghinotti
    Festa campestre in Sardegna, particolare.

    547.5
    600
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    1862
    Giovanni Marghinotti
    Partenza per la festa

    600
    446.25
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    1850-55
    Anonimo
    Ballo in fila con suonatore di launeddas

    600
    486
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    1880
    Giuseppe Sciuti
    Ingresso trionfale di G. M. Angioy a Sassari, particolare.
    Sala Sciuti, Palazzo della Provincia, Sassari.

    557.25
    600
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    1901
    Eduardo Chicharro Aguera
    Figure in controluce (Atzara)

    600
    493.5
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    1907
    Antonio Ortiz Echague
    Ragazza con brocca (Bono)

    600
    474.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/08_spagnoli005.jpg

    1907
    Antonio Ortiz Echague
    Pranzo a Mamoiada

    600
    533.25
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    1907
    Antonio Ortiz Echague
    Donne di Sardegna (Atzara)

    600
    567.75
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    1907
    Antonio Ortiz Echague
    Donna che vaglia il grano (Bono)

    475.5
    600
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    1908
    Antonio Ortiz Echague
    Filatrice (Ittiri)

    426
    600
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    1908
    Antonio Ortiz Echague
    Testa di ragazza sarda (Atzara)

    468.75
    600
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    1908
    Antonio Ortiz Echague
    Ragazza che porta sul capo una brocca, particolare (Atzara).

    567
    600
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    1908-09
    Antonio Ortiz Echague
    Tessitrici sarde (Atzara)

    493.5
    600
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    1908-09
    Antonio Ortiz Echague
    La festa della confraternita di Atzara

    600
    361.5
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    1908-09
    Antonio Ortiz Echague
    La festa della confraternita di Atzara, particolare.

    600
    572.25
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    1912-14
    Filippo Figari
    L’amore in Sardegna, particolare pannello centrale.
    Sala dei matrimoni del Palazzo civico di Cagliari.

    450
    600
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    1912-14
    Filippo Figàri
    L’amore in Sardegna, parete centrale, pannello sinistro.
    Sala dei matrimoni del Palazzo civico di Cagliari.

    600
    338.25
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    1912-14
    L’amore in Sardegna, parete centrale, pannello sinistro.
    Sala dei matrimoni del Palazzo civico di Cagliari.

    600
    421.5
  • images/morfeoshow/temp_upload/20_figari_002dx.jpg

    1912-14
    L’amore in Sardegna, parete centrale, pannello destro.
    Sala dei matrimoni del Palazzo civico di Cagliari.

    600
    421.5
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    1912-14
    Filippo Figàri
    L’amore in Sardegna, parete sinistra, pannello centrale.
    Sala dei matrimoni del Palazzo civico di Cagliari.

    579.75
    600
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    1914
    Giuseppe Biasi
    Donne di Ittiri

    600
    572.25
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    1914-15
    Giuseppe Biasi
    Ragazze sul prato

    538.5
    600
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    1917
    Giuseppe Biasi
    La canzone del pappagallo

    590.25
    600
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    1919-23
    Giuseppe Biasi
    Corteo nuziale, la sposa, particolare.

    600
    381.75
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    1920-29
    Edina Altara
    Figura femminile in costume

    451.5
    600
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    1923
    Giuseppe Biasi
    La sposa

    600
    374.25
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    1924
    Mario Delitala
    L’amore
    Pannello decorativo per la Sala consiliare del Comune di Nuoro.

    600
    517.5
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    1927
    Tarquinio Sini
    Muttetus

    600
    431.25
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    1927-30
    Tarquinio Sini
    Le gambe nude

    600
    555.75
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    1927-30
    Tarquinio Sini
    La toilette della padrona

    600
    490.5
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    1929
    Filippo Figàri
    Donne al lavoro
    Particolare della decorazione del Palazzo del Provveditorato alle OO.PP., Cagliari.

    600
    420
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    1929
    Filippo Figàri
    Donne al lavoro
    Particolare della decorazione del Palazzo del Provveditorato alle OO.PP., Cagliari.

    600
    448.5
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    1929
    Giuseppe Biasi
    Ragazze di Osilo

    600
    432
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    1930
    Giuseppe Biasi
    Grazielene

    600
    437.25
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    1935
    Giovanni Biasi
    Costumi del Goceano

    513.75
    600
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    1935
    Giovanni Biasi
    Costume di Iglesias

    396.75
    600
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    1935
    Giovanni Biasi
    Costumi di Oliena

    525
    600
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    1935
    Giovanni Biasi
    Costumi di Orune

    573
    600
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    1935
    Giovanni Biasi
    Costume di Atzara

    396.75
    600
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    1935
    Giovanni Biasi
    Costume di Sennori

    491.25
    600
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    1935
    Giovanni Biasi
    Ragazze di Osilo

    516
    600
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    1935
    Giuseppe Biasi
    Ragazza di Busachi

    584.25
    600
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    1930-35
    Giuseppe Biasi
    Ballo presso lo stagno di Cabras

    600
    558
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    1953
    Mario Delitala
    Donna di Orani

    510.75
    600

L’abito maschile

Il copricapo maschile più diffuso è la berritta, una berretta a sacco di varie lunghezze, di colore rosso o nero, ma non sono rari le cuffie, i cappelli a tamburello e a tesa, talvolta accompagnati da fazzoletti. La combinazione tradizionale di base è costituita dall’insieme camicia, corpetto e giubbetto abbinati ai calzoni a gonnellino e di tela infilati nelle uose. Si aggiungono poi diversi tipi di capospalla di varia lunghezza, confezionati in orbace, panno e velluto, e indumenti smanicati in pelle o pelliccia. Le calze sono per lo più realizzate a mano con filo di lana bianca, più raramente di cotone o lino. Gli scarponi chiodati sono le calzature più diffuse, ma sono anche usate scarpe più leggere, allacciate e talvolta ornate di fibbie d’argento.


Gli elementi essenziali comprendono:

Copricapo
Il copricapo più diffuso è la berretta a sacco (berrìtta, barretta), di varie lunghezze, confezionata in orbace, panno e soprattutto in maglia di lana di colore rosso o nero. La berretta classica ha forma di tubo con le estremità arrotondate. Viene indossata infilando un’estremità dentro l’altra e ottenendo un sacco che viene calzato sul capo disponendone l’estremità in vario modo. Alla berretta a sacco è spesso abbinato un fazzoletto (muccadòri, muccadòri a s’antòcca) che viene indossato sia piegato a triangolo e annodato sotto il mento, sia avvolto intorno al capo lungo il bordo della stessa berretta. Nel primo Ottocento sono anche diffusi i fez (berètta, berriuòla), i copricapo piuttosto bassi, a tamburello (ciccìa, zizzìa, giggìa), i cappelli a tesa (cappèddu) e i sombreri (sombrèri), talvolta usati in combinazione con reticelle per raccogliere i capelli.

Camicie
Sono confezionate in tela di lino o di cotone di colore bianco e sono di due tipi: camicie di taglio arcaico (ghentòne, bentòne, ’entòne), molto ampie, completamente aperte nella parte anteriore, chiuse alla base del collo con bottoni gemelli e guarnite con ricami geometrici sul collo e sui polsi; camicie (camìsa, camìja, ’àmisa) influenzate dalla moda di fine Ottocento, con ampiezze contenute, colletti montanti o ripiegati e aperture anteriori chiuse da una serie di bottoncini.

Corpetti e gilet
Tra i corpetti rientrano gli indumenti smanicati (còsso, cossètte, corpètte, corìttu, ’oroppàdu, solopàu, soropàttu, zustìllu), con abbottonatura anteriore semplice o doppia, privi di colletti o risvolti. I colori e le ornamentazioni denotano uno stile tradizionale locale molto marcato.
I gilet, in voga in tutta Europa a partire dalla fine del XVIII secolo, sono confezionati nei tessuti e colori più vari e sono caratterizzati da risvolti, colletti e dall’abbottonatura centrale a petto semplice o doppio. In molte località hanno sostituito i corpetti mantenendone le denominazioni locali tradizionali.

Giubbetti e giacchette
Fino ai primi anni del Novecento i giubbetti maschili (zippòne, zippòne tancàu, cippòne, gippòne, zamàrra, corìttu, gruppìttu) sono caratterizzati dalle tinte vivaci e dalle maniche lunghe, aperte dall’ascella all’avambraccio. Sono confezionati in orbace, panno e velluto, prevalentemente in un’ampia gamma di rossi e di blu. In aree maggiormente esposte alle mode borghesi si diffondono, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, giubbetti dal taglio sagomato e con manica chiusa. In ambiti ristretti e soprattutto costieri è anche attestato l’uso di giacchette (gianchètta) confezionate in panno blu tipo marina, quali quelle indossate dai pescatori cagliaritani.

Cinture
Si tratta di accessori indispensabili dell’abbigliamento maschile (àsca, lazzàda, chintòria, cìntu, chintòrza, intòrriu, vrentèra). Gran parte delle cinture sono in cuoio naturale o tinto e hanno altezze varie. Possono essere decorate con motivi impressi, intarsiate o ricamate e vengono chiuse con lacci passanti attraverso occhielli rotondi o fibbie spesso d’argento. Più rare sono le cinture in tessuto, a fusciacca, il cui uso è frequente tra i pescatori. In aggiunta ai modelli precedenti possono anche essere indossate delle cinture con sacca portapolvere e portamonete, spesso ricamate e intarsiate, e le cartucciere.

Cappotti lunghi
Vengono indossati sopra tutti gli altri indumenti e coprono la figura almeno fino a metà polpaccio. Per semplificare si dà conto soltanto dei due tipi principali. Il cappotto detto serèniccu, pilùrzu è di origine levantina e veniva confezionato con un tessuto morbido, di colore marrone cioccolato, importato dalla Grecia e dal Regno di Napoli. L’ornamentazione era particolarmente accurata e veniva realizzata con panno rosso e bianco e cordoncini di seta. Con il termine gabbànu, diffuso in tutta l’isola, si intendono modelli confezionati in orbace il cui uso continua per tutto il Novecento evolvendosi nei modelli dal taglio sagomato diffusi dopo il 1918 e dotati di abbottonatura a petto semplice o doppio, di martingala e di cappuccio.

Cappotti corti, giacconi e giacche
Capispalla di lunghezza media sono indossati in tutti i momenti della vita sociale fuori dall’ambito familiare, ma nel caso delle giacche non è raro anche l’impiego in ambito privato. Gli esemplari più decorati si ispirano alle decorazioni del serenìccu e ne conservano anche il nome, pur essendo confezionati in panno o orbace. Altre denominazioni sono gabannèlla, cappottìnu, cappottìnu ’e coidèra e zanchètta.

Manti
L’unico mantello (sàccu, sàccu ‘e coberri) che può essere definito di foggia tradizionale è formato da due teli di orbace cuciti in senso longitudinale sovrapposti ad altri due e poi cuciti lungo i bordi. Al rettangolo così ottenuto può essere applicato un cappuccio, ma è più frequente la forma di manto semplice che all’occorrenza viene rialzato sul capo agganciandolo sotto il mento. È un indumento che ha conosciuto grande fortuna grazie alla sua impermeabilità e duttilità; può infatti essere facilmente trasportato arrotolato ed essere utilizzato come giaciglio e coperta.

Sopravesti in pelli e pelliccia
Per tutta la prima metà dell’Ottocento è diffusa nell’isola una sopraveste in pelle, priva di maniche, chiamata collèttu. Questa può essere indossata sopra tutti gli altri indumenti abituali, ad eccezione di cappotti, giacconi o gilet di pelliccia. L’uso del collettu declina già nella seconda metà dell’Ottocento. La sopraveste smanicata di pelliccia (bist’e pèddes, ’este ’e pedde o pèddes), che può essere indossata con il pelo all’esterno o all’interno, rimane in uso fino alla prima metà del Novecento in modelli di vario taglio e lunghezza in relazione al periodo e alla zona di utilizzazione.

Calzoni
I calzoni confezionati in tessuto di cotone, lino o lana (carzònis o crazzònis, carzònes) rappresentano l’indispensabile complemento di quelli a gonnellino e a campana. Il loro colore è sempre bianco nelle varie tonalità naturali della materia prima. Talvolta, negli esemplari festivi, le cuciture laterali sono guarnite con ricami.

Calzoni a gonnellino
Distinguono a prima vista l’abbigliamento maschile della Sardegna. Sono diffusi in tutta l’isola con diverse denominazioni (ràgas, fràcas, crazzònis de arròda, carzònes de furesi). Tutte le varianti possono essere ricondotte a una sorta di gonnella corta e arricciata i cui lembi inferiori sono uniti, al centro, da una striscia dello stesso tessuto.

Calzoni a campana
Chiamati genericamente carzònis, crazzònis, sono talvolta confusi con quelli a gonnellino, mentre costituiscono una tipologia a se stante, diffusa in prevalenza nel Sulcis-Iglesiente e di chiara derivazione iberica. Sono confezionati in pesante orbace o panno di lana arricciato in vita. Ricadono sciolti fin sotto il ginocchio e presentano talvolta, in corrispondenza dell’orlo, piccoli spacchi laterali e un bordo di un pizzo bianco.

Pantaloni a tubo
I pantaloni a tubo (carzònis, carzònes), diffusi nell’Ottocento tra le classi abbienti, sono talvolta indossati in combinazione con altri capi tradizionali. Nell’arco di tempo compreso tra le due guerre finiranno per essere adottati dalla gran parte della popolazione maschile che abbandona il costume tradizionale. Di particolare interesse sono quelli delle località costiere dell’isola e in particolare quelli in panno rosso dei pescatori cagliaritani.

Uose
In combinazione con tutti i tipi di pantaloni descritti si utilizzano le uose a gamba chiusa da infilare (càrzas, cràzzas) e quelle a gamba aperta da allacciare o abbottonare (borzeghìnos). Sono generalmente confezionate in orbace, o più raramente in panno; fonti del primo Ottocento testimoniano anche l’uso della pelle di daino per questo tipo di indumenti.

Calzature
Le calzature più diffuse sono gli scarponi (buttìnus, bòttas) in pelle naturale o colorata, con suola chiodata, resistenti e adatti al lavoro. In misura minore sono diffuse le scarpe basse allacciate (iscarpas, iscarpìnas, is’àrpas, crapìttas), spesso guarnite con fibbie d’argento negli esemplari ottocenteschi.

Intimo
La biancheria intima è costituita da magliette di produzione industriale e mutande lunghe, in cotone o lana, ma si diffonde soltanto sul finire dell’Ottocento. La camicia e i pantaloni bianchi sostituivano, infatti la vera biancheria e il corpo risultava ben riparato data la consuetudine di indossare a strati gli indumenti esterni. I piedi vengono protetti con pezze di tessuto (pèzz’e pè, pèzzas) o con calze (mìzas, mìggias, peùncus, piùncus) lavorate ai ferri con filati di lino, cotone o lana.

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